“Il tempo è un emozione”
ed è una grandezza bidimensionale, nel senso che lo puoi vivere in due dimensioni diverse: in lunghezza e in larghezza. Se lo vivete in lunghezza, in modo monotono, sempre uguale, dopo sessant’anni, voi avete
È tempo di community, è tempo di Malazè!
Anche quest’anno la Comunità di Malazè presenta il suo programma dedicato alla valorizzazione di tutto ciò che i Campi Flegrei hanno di straordinario da offrire, tra storia e mito, gusto e archeologia, cultura e natura.
La propensione ad interferire col paesaggio ha origini molto antiche nella storia dell’uomo, da sempre “artista” della terra.
Come affermava Barry Adams
«l’unico mezzo con cui possiamo preservare la natura è la cultura»,
ed è proprio attraverso di essa che l’uomo può rapportarsi armonicamente con l’ambiente.
Tra le Maison che hanno scritto la storia delle bollicine italiane nel mondo, contribuendo a renderle sempre più amate, Bortolomiol abbraccia tutto ciò che riguarda la promozione del territorio di Conegliano e di Valdobbiadene, delle sue colline e della sua cultura.
A celebrare quest’armonica unione Giovedì 13 giugno nello scenario suggestivo del Parco della Filandetta di Bortolomiol nel cuore di Valdobbiadene, sarà presentata l’opera d’arte Cocoon di Susken Rosenthal, artista selezionata dai curatori e dall’azienda per la prima residenza d’artista nel parco, creata per l’occasione.
Sensibilità femminile, esperienza sensoriale ed estetica del territorio animerà il progetto Female Land Artist Wanted, curato da Current Corporate per Bortolomiol: che incrocia i temi quali il ruolo della donna nella storia economica, l’ecologia e il paesaggio antropizzato.
Bortolomiol che ha ristrutturato un’antica filanda, simbolo della storia industriale, sposa perfettamente il legame tra l’industria e la competenza femminile, che la famiglia Bortolomiol ben rappresenta, ed è proprio questa la fonte d’ispirazione dell’opera dell’artista.
La Land Art è il mezzo per iniziare un percorso di valorizzazione dell’heritage d’impresa attraverso l’arte: una forma d’arte poetica e suggestiva, capace di valorizzare il territorio naturale. Un’arte che sottolinea le caratteristiche del paesaggio e le trasferisce in forma estetica, diventando cassa di risonanza delle emozioni e delle tradizioni che tale paesaggio trasmette, e soprattutto cogliendo l’interazione del paesaggio con l’essere umano che lo abita e lo scolpisce con il suo lavoro.
Gli ospiti saranno accolti con un aperitivo e il talk d’artista alle 19.30 di giovedì 13 giugno all’ingresso del parco, in viale Mazzini 2, a Valdobbiadene.
Empi, caro garzone, empi le coppe
con il vino generoso. Mesci
con mano prodiga il Falerno.
– Corpus Tibullianum, III, 6 –
Il vento della storia trasporta, ancora oggi, il soffio delicato e lucente delle odi antiche. Un crepuscolo delicato che è fatto di tradizione e leggenda.
È un lembo di terra che racconta quel che era l’Ager Falernus, ai piedi del monte Massico tra i comuni di Cellole, Mondragone, Sessa Aurunca, Falciano del Massico e Carinola. Gli antichi romani l’avevano denominato Campania Felix. Ed è proprio così. Qui si è scritta un’antica storia unica e memorabile, quella che, fedele nei secoli, rivive ogni giorno nella storica Azienda vitivinicola Villa Matilde che lega il proprio nome alla riscoperta del Falerno del Massico.
“Nennillo
è ll’ammore
ca dinto te nasce,
Nennillo
è ‘o bbene
ca dinto se tene”
Oi Nì… come a nu’ nennillo – espressione tipica napoletana che evoca nel suo dolce suono tutto l’amore unico ed indissolubile, quel legame eterno tra un genitore ed il proprio figlio. Immagine che richiama al legame che unisce il vigneron con il suo amabile prodotto, durante il lungo processo di affinamento ed evoluzione..
Quell’uomo che stringe la mano al suo bambino guidandolo è il riflesso dell’amore e della passione che lega papà Eduardo e suo figlio Adolfo, uniti dalla stesso trasporto emozionale per la terra e la loro maison Tenuta Scuotto.
“La guardò. Ma d’uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte. Qualcosa come due cose che si toccano. Come un bacio. Si baciavano di sguardi quei due.” Alessandro Baricco
Due labbra rosse e carnose congiunte di un rubino profondo, come il vino
Se c’è qualcosa che indubbiamente accomuna tutti i personaggi delle principali casate del Trono di Spade tra vizi e segreti, è sicuramente: il vino.
Nel mondo creato da George R. R. Martin, da Westeros a Essos, spesso e volentieri vediamo i protagonisti della saga sorseggiare vino in abbondanza dentro calici preziosi tra scene d’affari, notti d’amore o riunioni di guerra.
Il vino è arte, opera sapiente dell’uomo, che ad ogni genere di arte si lega e con ogni genere di arte si esalta.
Da sempre ispirazione e fonte di grandi capolavori.
Etichettare un vino non è certo cosa moderna. Contemporaneo però è vedere la superficie di una bottiglia di vetro come supporto artistico, che amplifica il valore del prodotto grazie al suo messaggio estetico.
Si avvicina ormai l’evento enoturistico più atteso in Italia, in programma sabato 25 e domenica 26 maggio CANTINE APERTE 2019 iniziativa che dal 1993 vede protagoniste, da Nord a Sud dello Stivale, tutte le cantine socie del Movimento Turismo del Vino che con il suo impegno costante mira ad accrescere il settore enoturistico nazionale, come risorsa economica fondamentale per lo sviluppo dei territori ed efficace strumento per la tutela dell’ambiente.