Rossese di Dolceacqua…una masterclass dipinta tra emozioni e stile da The Great Gig in The Wine
Il primo sguardo, è quella nota magica che gioca armonicamente sulle corde della nostra anima. Non esiste altro inizio.
L’emozione comincia là dove comincia lo sguardo. Due cose che si toccano – gli occhi e l’immagine – quello sguardo vergine di qualsiasi domanda, ancora non sfregiato dal vizio del sapere ma ansioso della scoperta.
Così si apre la scena magicamente dinanzi ai miei occhi…Lì ai piedi del Vesuvio, tra le cime del sacro monte che nel grembo chiude il suo palpito di fuoco. The Great Gig in The Wine, artefice di una masterclass, condotta e raccontata in un eccelso gioco di sfumature e stile, tra bottiglie vintage e particolari annate, a celebrare divinamente il vitigno autoctono più antico d’italia, prima doc ligure e il più francese dei vini: il Rossese di Dolceacqua.
Un vino il cui nome non deriva dal “rosso” del manto, ma dalla roccia ‘roché’ di cui è sintesi, succo e rivelazione.
Due grandi realtà.. un incontro, un confronto, un dialogo, che affascina e sorprende e per magia ci conduce in quel paesaggio tra i luoghi più fascinosi del mediterraneo, la sorprendente Liguria di Ponente. In quei borghi dove la distanza tra il mare e la montagna è lieve e sottile..
Quella terra policroma: dove il verde dei boschi, il blu del mare, tra montagne alpine imponenti e dolci colline, e i colori vivaci dei centri abitati, si intrecciano armonicamente. Paesaggi ruvidi e selvaggi, della valle alpina che scende rapida ad abbracciare il mare.
Due grandi personalità due grandi realtà a confronto Giovanna Maccario e Filippo Rondelli, un accostamento che non fa rivali ma elogia due talenti, due grandi artigiani del vino, nel racconto di vini eleganti, territoriali e di alta qualità.
• Maccario Dringenberg, cantina in un piccolo borgo in provincia di Imperia, quasi al confine con la Francia. Vigne allevate ad alberello provenzale su terrazzamenti molto ripidi, e scoscesi, dove tutto è fatto a mano, dal lavoro in vigna in poi.
Calici dal cru Posau, poi il Luvaira, il Brae, il Curli (che Veronelli definì la Romanée Conti italiana), fino all ‘Amiral..
Calici eleganti ed echi borgognoni che stupiscono per la loro distinta identità, esprimendosi liberamente a secondo dell’altitudine, del terreno, della roccia e della distanza dal mare.
• Terre Bianche cantina nel cuore della Val Nervia, a 400 mt di altitudine sul livello del mare, con i suoi vini che nascono da alcuni dei cru più vocati della Liguria. Vini intensi, eleganti, morbidi e fruttati, autentiche espressioni del terroir di Dolceacqua.
Calici di grande complessità olfattiva, sorsi leggiadri e speziati, calde emozioni che vibrano sul palato.
Ogni sorso, come una pennellata di colori puri e fluidi dipinge indelebilmente un’emozione che esplode intrisa e satura di luce e persiste nella mente..
per ritrovarsi sul quel “ponte vecchio” dinanzi al cavalletto in legno e quella tela dipinta da Monet nel 1884 nel borgo di Dolceacqua… Sento lo scorrere del fiume tra le casette che avvolgono la vista, il mio sguardo fisso sulla torre del castello che si tinge dell’ultimo raggio di sole prima del tramonto. …
così “un gioiello di bellezza e leggerezza”, si apre dinanzi a me.
A volte se chiudi gli occhi è un viaggio.