Vino e Arte

Vino, arte e natura: Cannubi Path, il nuovo percorso artistico dedicato a Michele Chiarlo

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È dedicato a Michele Chiarlo il nuovo progetto artistico ideato dal Maestro Ugo Nespolo a Cannubi, il più celebre e prestigioso vigneto della denominazione Barolo, un percorso multisensoriale dove si sposano in un legame indissolubile i tre elementi: vino, arte e natura. 

La famiglia Chiarlo, tra le realtà più importanti del Piemonte enologico, ha inaugurato lo scorso martedì 8 ottobre il percorso artistico Cannubi Path, realizzato dal Maestro Ugo Nespolo e dedicato a Michele Chiarlo, dove arte e vino si uniscono e si fondono con l’armonia del paesaggio.
Celebrazione di un fruttuoso e ispirato sodalizio lungo oltre un decennio, il percorso sarà visitabile liberamente e aperto al pubblico tutto l’anno (ad eccezione dei giorni di vendemmia). Questa iniziativa rappresenta un’importante occasione per rendere Cannubi un patrimonio ancora più condiviso e condivisibile, un omaggio alla sua storicità e al suo valore.

“È una giornata speciale per noi, non solo perché inauguriamo il percorso di Cannubi dedicato a nostro padre Michele, ma anche perché stiamo portando avanti un sogno che dura da quasi 70 anni. Con il Maestro Nespolo al nostro fianco, stiamo dando vita a un progetto che invita tutti a immergersi nella cultura e nella passione che queste viti rappresentano”, afferma Stefano Chiarlo, enologo e co-titolare. “In questi decenni abbiamo messo insieme grandi vigne a Barolo, Barbaresco e nel Nizza. Le grandi vigne sono sempre state tutto per noi, ma a un certo punto abbiamo cominciato a guardarle con un occhio diverso. È successo precisamente nell’estate del 1996, durante una festa al tramonto a Cerequio. Allora il Palás era ancora una borgata diroccata, non c’era nulla, ma è stata la festa più bella che abbiamo mai fatto. Da lì l’idea: ci siamo resi conto che da queste grandi vigne non ci bastava più “solo” fare un grande vino, ma volevamo anche portarci la gente e condividerle con loro”, aggiunge Alberto Chiarlo, direttore marketing e vendite e co-titolare.

Il percorso artistico di Cannubi prende ispirazione nel suo concetto dall’Art Park La Court, il più grande museo a cielo aperto tra i vigneti del Monferrato, culla della Barbera e del Nizza, che vede esposte opere di grandi artisti, tra cui le sculture e le installazioni di Lele Luzzati, Ugo Nespolo, Giancarlo Ferraris e Chris Bangle, rari esempi italiani di land art tra i vigneti.

Tra i filari del più importante vigneto delle Langhe, Cannubi Path è una passeggiata tra natura e opere d’arte, un cammino tra le vigne che non è decorazione estetica ma un profondo, sentito omaggio ad un’amata collina, uno spazio di visita trasformato in un’esperienza multisensoriale e artistica. Attraverso installazioni tra i filari e nel ciabot, i visitatori possono immergersi nell’essenza del paesaggio e nella passione di chi lo coltiva. Questo progetto celebra la storicità vitivinicola del territorio e il suo valore culturale, consolidando il legame tra l’arte di Nespolo e la tradizione vitivinicola di Michele Chiarlo, sinergia che ha dato vita a progetti significativi, come l’Art Park La Court e l’etichetta per La Court Vignaveja Nizza DOCG Riserva.
Quest’ultima iniziativa si unisce alle altre novità 2024 che hanno visto la rappresentazione delle molteplici sfaccettature dell’universo Chiarlo, come lo Sky Bar & Lounge, inaugurato a giugno all’interno del resort Palás Cerequio di La Morra, nel cuore di uno dei cru più prestigiosi del Barolo, e la mostra “Nespolo & Chiarlo: dal 2010 arte in vigna”, allestita nel caveau del Barolo e visitabile fino alla fine dell’anno, dove si possono ammirare alcune delle opere più importanti di Ugo Nespolo e scoprire bozzetti inediti che raccontano la lunga collaborazione con Michele Chiarlo.

Cannubi nel cuore del Barolo è forse la collina più famosa d’Italia, storicamente è il più antico cru d’Italia, riconosciuto a partire dal 1752. Qui tutto è perfetto: altitudine, esposizione, suoli, giacitura e microclima regalano Barolo al vertice della denominazione.
Dal 1989, Michele Chiarlo possiede il vigneto nel cuore storico dei Cannubi (dove si trova il “ciabot”, ovvero l’antico capanno di Cannubi) in un’area di forte pendenza che, sotto la guida dell’Università svizzera di Changin, è stata terrazzata con ciglioni inerbiti. Un lavoro delicatissimo, che oggi garantisce l’integrità del terreno e combatte il dissesto idrogeologico. Le terrazze dei Cannubi, le prime ad essere realizzate all’interno dei cru di Langa, contribuiscono a migliorare l’esposizione dei grappoli e, congiuntamente ad un’attenzione maniacale per i vigneti, donano Barolo paradigmatici. Da questo vigneto nascono Cannubi Barolo DOCG Riserva e Cannubi Barolo DOCG riconosciuti per la loro eleganza e longevità.

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